Agli
inizi di agosto per il progetto della Valdastico Nord, che rientra nella Legge
Obiettivo dedicata a infrastrutture prioritarie per le quali si prevede un iter
agevolato, era stato confermato l'inserimento nel decreto Sblocca Italia: lo
aveva annunciato in conferenza stampa con Matteo Renzi «il Ministro delle infrastrutture
Maurizio Lupi che si era già espresso su questa opera sottolineando che
"non è più possibile che enti o sovrintendenze rallentino certe infrastrutture
che interessano l'intero Paese, come la Valdastico Nord"» (nella
foto il rendering di una galleria dell'arteria, ndr).
Sulla base di queste premesse il deputato vicentino
Filippo Busin, capogruppo della Lega Nord in commissione Finanze,
"denuncia" in una nota come sia bastato «nemmeno un mese per cambiare le carte in
tavola e confinare la preziosa Valdastico in secondo piano, affidandola a una
decisione del CIPE, cioè all'ennesimo rinvio. Una penalizzazione nei confronti
del Veneto, che lo stesso Renzi ha definito la locomotiva d'Italia».
Sullo
stop alla Valdastico Nord, un'opera di dimensioni ragguardevoli del valore di 1
miliardo e 200 milioni di euro di investimenti e che può essere realizzata a
costo zero per lo Stato, perché totalmente a carico della concessionaria
Autostrade Serenissima, Busin aggiunge quindi che: «l'opposizione della provincia di Trento
sembra un ostacolo invalicabile. Da non dimenticare che Valdastico Nord è
un'opera fondamentale per collegare direttamente le zone produttive della
Pedemontana Veneta con la Valle dell'Adige, l'Austria, la Germania e tutto il
Nord Europa. In questo senso si inserisce nel piano delle famose Ten-T, le 10
grandi infrastrutture di collegamento del continente pensate dalla Commissione
Europea, fra le quali si privilegiano, perché considerate maggiormente
strategiche, le linee Nord-Sud rispetto a quelle Est-Ovest. La Valdastico in
particolare si inserisce nel corridoio Mediterraneo Helsinky-Palermo, come
variante della Modena Brennero».
di Emma Grande
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